Molti troveranno strana questa mia passione, perché nell’immaginario comune i cimiteri vengono visti come luoghi di sofferenza.

Per me invece sono templi sacri della memoria e dove gli altri vedono dolore io vedo arte, cultura, storia, ricordi, pezzi di vita.

Oggi gli epitaffi sono quasi tutti uguali: non ci si rende conto che queste parole prestampate e impersonali non raccontano nulla del defunto e di chi era.

Ma avete mai visto le lapidi antiche e letto gli epitaffi incisi sopra?

Con poche parole riescono a trasmettere una grandissima quantità di informazioni. Vi racconterò le storie più affascinanti che conosco, affinché chi non ama i cimiteri possa cambiare prospettiva e ricredersi su questi meravigliosi luoghi in cui si dovrebbe celebrare la vita piuttosto che morte.

Mi rendo conto che quando si fa un viaggio la prima attrazione turistica a cui si pensa non è sicuramente il cimitero, ma ci sono cimiteri così belli da essere dei veri tripudi di opere artistiche ed architettoniche.

Uno di questi è il Șerban Vodă Cemetery, in Romania conosciuto come cimitero del Bellu. Questo cimitero è un vero e proprio museo a cielo aperto, tanto da essere tappa culturale obbligata della città.

Qui hanno trovato riposo eterno scrittori, musicisti, attori, e personaggi di spicco della storia e della cultura Romena e moldava.

Nel 1850 il barone Barbu Bellu, donò allo stato quello che era il suo frutteto sito nell’allora strada Șerban Vodă, per la creazione di questo cimitero che si estende per 28 ettari, chiamato da alcuni “il fratello minore del famoso cimitero di Père Lachaise a Parigi”.

Nel 2010, è stato incluso nella mappa delle attrazioni europee.

Qui hanno trovato riposo eterno scrittori, musicisti, attori, e personaggi di spicco della storia e della cultura Romena e moldava.

Fonte Ph:© E.J for Find a Grave

Nel 1850 il barone Barbu Bellu, donò allo stato quello che era il suo frutteto sito nell’allora strada Șerban Vodă, per la creazione di questo cimitero che si estende per 28 ettari, chiamato da alcuni “il fratello minore del famoso cimitero di Père Lachaise a Parigi”.

Nel 2010, è stato incluso nella mappa delle attrazioni europee.

Molte storie di questo campo santo hanno attirato la mia attenzione ma oggi nello specifico vi parlerò della storia di Katalina Boschott “la signora con l’ombrello”.

La sua statua a grandezza naturale è al centro del cimitero e riproduce nel dettaglio una bellissima donna che tiene un ombrello in mano. Katalina era un insegnante privata di lingue straniere di origine Belga, emigrata in Romania agli inizi del 1900.

Qui prese servizio presso la famiglia di un facoltoso medico vedovo, pettegolezzi iniziano presto… molti pensavano che fosse l’amante del suo datore di lavoro, altri le attribuivano una relazione con un uomo molto ricco di Bucarest.

Fonte foto: ©Reptilianul

Oggi come allora non è affar nostro stabilire di chi fosse innamorata l’elegantissima Katalina, ci basti sapere che ha vissuto con lui una bellissima storia d’amore, ma a volte le cose belle durano poco e spesso si pagano a caro prezzo.

Ed proprio quello che successe a Katalina che nell’ Agosto del 1906 si trova in vacanza a Baile Herculane, nota località termale di quei tempi.

La ragazza in seguito ad una crisi di peritonite operata male muore, si dice che sul letto di morte abbia detto: “Cet animal de medecin m’a tuee!” (Questo animale di medico mi ha ucciso!).

Fonte Foto: web

La frase che verrà riportata sul muro che fa da cornice a questa opera straordinaria, insieme al luogo e alla data di morte “Herkulesbad – Mehadia, 12 Agosto1906”, oggi al posto di queste ultime ci sono dei buchi, segno dell’ignobile passaggio di ladri che hanno strappato via le lettere, credendole in oro.

C’è un’altra versione della storia che sostiene che Katalina sia stata avvelenata dalla moglie del suo amante con l’arsenico. Allo scultore Rafaello Romanelli fu spesso chiesto chi abbia commissionato la statua, la sua risposta fu sempre la stessa: “Un gentiluomo, che ha voluto rimanere anonimo”.

Sono in molti a pensare che l’amore segreto di Katalina sia stato un medico legale rumeno e personalità di spicco in questo campo nell’Europa del suo tempo.

Non si sa a quale medico si riferisce la bella governante con la frase “Questo animale di medico mi ha ucciso”, quasi sicuramente scavando negli archivi si potrebbe ancora trovare qualche informazione utile a dipingere un quadro più veritiero di questa storia.

Spero che qualcuno lo faccia prima che il tempo cancelli definitivamente ogni traccia di lei.

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