Una data tanto importante quanto poco ricordata.

Il 2 giugno viene festeggiata la nascita della Repubblica italiana, ma non è l’unico motivo per cui far festa, in realtà si nasconde dietro tanto altro, soprattutto per quanto riguarda la libertà delle donne.

Torniamo indietro nel tempo fino a quel 2-3 giugno 1946, data in cui si tenne il referendum più importante della storia d’Italia. Quel referendum sancì la fine del regno dei Savoia e soprattutto della dittatura fascista che ha attanagliato l’Italia fin dagli anni 20.

Come detto nell’incipit di questo articolo il referendum del 2 giugno fu importante per le donne perché per la prima volta anche le donne poterono esercitare il loro diritto di voto.

La votazione consisteva nello scegliere tra monarchia e repubblica e nello scegliere chi avrebbe composto l’Assemblea costituente.

Come tutti sappiamo vinse la Repubblica e il 18 giugno 1946 la Corte di cassazione proclamò la nascita ufficiale della Repubblica italiana, non senza contestazioni e resistenze da parte dei monarchici.

Cenni Storici.

I Savoia, rappresentati da re Umberto II, tra i vari modi che usarono per non perdere il trono provarono anche ad offrire a Pietro Nenni, leader del Partito Socialista, la possibilità di avere un governo socialista con lui a capo sotto la monarchia, ma anche questo tentativo fu vano, infatti la risposta di Nenni, tramite il quotidiano L’Avanti fu “O la Repubblica o il caos”.

I risultati del primo scrutinio furono 12.718.641 (54,27%) voti per la repubblica e 10.718.502 (45,73%) voti per la monarchia.

Analizzando i dati possiamo notare che al nord vinse la repubblica con il 66,2% e al sud la monarchia con il 63,8%, questo portò a molti disordini soprattutto nel sud Italia.

A Napoli, città con molte preferenze monarchiche i risultati del referendum crearono numerose contestazioni. Un corteò provò ad assaltare la sede del PCI (Partito Comunista Italiano), in via Medina, dove era stata esposta una bandiera tricolore priva dello stemma sabaudo, ma la polizia cercando di mantenere l’ordine pubblico uccise nove manifestanti monarchici e altri 150 rimasero feriti.

Il 10 giugno nella Sala della Lupa a Montecitorio la corte di Cassazione proclamò i risultati definitivi del referendum, ma nel verbale si dichiarava che ancora ci sarebbero stati dei controlli per via delle varie proteste e dei reclami presentati.

L’11 giugno divenne festivo come primo giorno della repubblica e si svolsero molte manifestazioni a favore della repubblica.

Il 13 giugno il consiglio dei ministri stabilì che a seguito della proclamazione dei risultati da parte della corte di cassazione, le funzioni di Capo provvisorio dello stato dovevano essere assunte dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.

L’Assemblea, nella sua prima riunione del 28 giugno 1946 elesse Capo Provvisorio dello stato l’on. Enrico De Nicola con 396 voti su 501 al primo scrutinio.

Solo successivamente fu scelto il 2 giugno come data per la festa della Repubblica, cosi da ricordare, non tanto gli scrutini, ma il giorno in cui tutta la cittadinanza, sia uomini che donne, si trovò a decidere assieme e liberamente la propria volontà politica.

Festeggiamenti ed Eventi

Dal 1946 per festeggiare questo giorno viene deposta una corona di fiori all’Altare della Patria a Roma, in omaggio al Milite Ignoto, simbolo dei tanti morti per l’unità del paese.

Oltre alla corona, dal 1950 si svolge anche una parata militare davanti ai Fori imperiali, parata che fu varie volte sospesa, abbandonata e poi ripresa, con addirittura un blocco di 11 anni tra il 1989 e il 2000, anno in cui Carlo Azeglio Ciampi la ripropose.

Film consigliato

Consigliamo di vedere “C’è ancora domani”, ultimo film di Paola Cortellesi, in cui si parla appunto della poca libertà delle donne nel periodo del dopoguerra ed alla fine c’è anche un collegamento con il 2 giugno 1946.

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