“TUTTI VOLEVANO BALLARE”
Il nuovo singolo di Michele De Martiis è un abbraccio collettivo, una scintilla di vita che accende i ricordi
Di Redazione AP Web Radio Magazine – PDB

C’è una magia che solo alcune canzoni riescono a sprigionare: quella di riportarci esattamente in un momento, in un’emozione, in un ricordo che credevamo sepolto.
Michele De Martiis, artista sensibile e autentico, ci riesce pienamente con il suo nuovo singolo “Tutti volevano ballare”, una ballata pop moderna, dal ritmo trascinante e dal cuore profondamente umano.
Il brano, uscito da pochi giorni su tutte le piattaforme digitali, si è già fatto notare per la sua capacità di unire melodia e contenuto, ritmo e poesia. In un tempo in cui tutto sembra correre veloce, De Martiis si prende il tempo per raccontare – con parole semplici e vere – una storia che potrebbe essere quella di ciascuno di noi: il desiderio di sentirsi liberi, vivi, parte di qualcosa.
“Tutti volevano ballare” non è solo una frase, è un mantra, un sogno condiviso, un ricordo collettivo che si riaccende al primo ascolto.
Un inno alla leggerezza dopo il silenzio
“Io no, alla festa del nulla non ballerò”
L’artista esprime un rifiuto deciso a partecipare a una celebrazione priva di significato, una “festa del nulla”.
Questo verso rappresenta una presa di posizione contro la superficialità e l’indifferenza dilaganti nella società.
Il testo del brano nasce da un’osservazione sincera della realtà: il bisogno crescente, dopo anni difficili, di riconnettersi con gli altri e con se stessi, di ritrovarsi in una piazza, in un locale, sotto un cielo estivo, in un mondo che cambia in fretta e dove occorre fare attenzione a quello che succede, per non lasciarsi confondere.
“Fingendo che tutto andrà bene e invece no“
Qui si denuncia l’atteggiamento comune di ignorare i problemi reali, adottando un ottimismo forzato e ingiustificato.
L’artista mette in luce l’ipocrisia di chi preferisce illudersi piuttosto che affrontare la realtà.
“Bugie, siamo in mondovisione è un festival“
Questo verso sottolinea come la società sia immersa in una rappresentazione continua, una sorta di spettacolo globale in cui le bugie vengono trasmesse e accettate come verità.
Il “festival” simboleggia l’evento mediatico in cui la finzione prevale sulla realtà.
“Miopia, ciò che vedi e che senti non è realtà“
L’artista critica la visione distorta della realtà, influenzata dai media e dalla disinformazione.
La “miopia” rappresenta l’incapacità di percepire la verità, accontentandosi di una realtà filtrata e manipolata.
una denuncia della superficialità e dell’indifferenza della società contemporanea.
Michele De Martiis invita l’ascoltatore a prendere coscienza della realtà, rifiutando le illusioni e le falsità propinate dai media e dalla cultura dominante.
Il brano si inserisce nel filone del cantautorato impegnato, offrendo una riflessione profonda e attuale sui temi della verità e dell’autenticità.
A sorreggere le parole, una produzione musicale che sa essere al contempo moderna e nostalgica: suoni puliti, arrangiamenti curati, un crescendo sonoro che accompagna l’ascoltatore in un viaggio emotivo. Il risultato è un brano che fa battere il piede, sì, ma anche il cuore, ma soprattutto che fa riflettere.
Un artista che non ha paura di mettersi a nudo
Michele De Martiis non è nuovo a queste imprese emotive. Con una carriera che mescola esperienze artistiche diverse e un linguaggio musicale sempre in evoluzione, ha saputo costruire un’identità riconoscibile, fatta di verità, passione e coerenza.
Ogni sua canzone è un piccolo quadro, un racconto personale che diventa universale. In “Tutti volevano ballare”, questa cifra stilistica si esprime al massimo: non ci sono filtri, solo una voce che ha qualcosa da dire e lo fa con coraggio.
Lo abbiamo ascoltato, e ci siamo ritrovati lì: in mezzo a quella folla, tra luci soffuse, a ballare non per moda, ma per bisogno. Per sentirci meno soli, più umani

Un singolo che è già un classico
Non è un caso se, nel giro di pochi giorni, il brano abbia già trovato il favore di pubblico e critica. Diverse radio lo stanno trasmettendo, le prime playlist digitali lo hanno inserito tra le novità da non perdere, e sui social cominciano ad arrivare i primi video degli ascoltatori che lo ballano, lo cantano, lo fanno proprio.
“Tutti volevano ballare” è destinato a diventare una colonna sonora – non solo dell’estate, ma di una stagione interiore, quella in cui si torna finalmente a sorridere, a condividere, a vivere.
Michele De Martiis firma così un pezzo che ci ricorda perché abbiamo bisogno della musica: per ritrovarci, per commuoverci, per liberarci.

Disponibile ora su tutte le piattaforme digitali.
Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/5JYz3j4PDE84uCRWMv0El1
Segui Michele De Martiis sui social per scoprire i retroscena del brano e i prossimi appuntamenti live.
E tu? Quando è stata l’ultima volta che hai voluto ballare solo per sentire la vita?